non c'è libertà senza passione!

di  Giuseppina Amalia Spampanato

Quando ti bacio / non è solo la tua bocca / non è solo il tuo ombelico / non è solo il tuo grembo che bacio / Io bacio anche le tue domande / e i tuoi desideri / bacio il tuo riflettere / i tuoi dubbi e il tuo coraggio / il tuo amore per me / e la tua libertà da me / il tuo piede / che è giunto qui / e che di nuovo se ne va / io bacio te / così come sei / e come sarai / domani e oltre / e quando il mio tempo sarà trascorso.

Erich Fried, Come ti si dovrebbe baciare

 

(Illustrazione di Virginia Piñon)

Nell’era dei social network, delle avventure di una notte e dei rimpianti di una vita, di matrimoni che durano un lampo e fidanzamenti eterni per paura di vincolarsi, cos’è ancora Amore? È davvero, un “amore liquido” come sostiene Zygmunt Bauman?

Mentre aumentano le occasioni d’incontro, altrettanto proporzionalmente, aumentano l’egoismo e, paradossalmente, la solitudine. Oggi sembra così difficile impegnarsi e donarsi completamente per la vita, che i “per sempre” quasi non si pronunciano per paura di ipotecare i sentimenti. Sembra svanita qualsiasi profonda volontà di condivisione, qualsiasi rispetto che dovrebbe esserci alla base di ogni rapporto umano.

Sempre più spesso ci si imbatte in uomini illusi di poter comprare i sentimenti con un anello e un bouquet di fiori e in donne che, più o meno consapevolmente, si lasciano sedurre e irretire da questi finti don Giovanni che, messa una fede al dito, si trasformano in mariti padroni, pronti a dettar legge su come tu debba vestirti, su chi tu debba frequentare e a quali sogni tu possa rinunciare. Iniziano a privarti di veder le amiche per un caffè, per poi costringerti a rinunciare a qualsiasi lavoro o aspirazione in nome di una famiglia e una bella casa. Ci sono donne che si accontentano e rinunciano agli anni di studio e ai sacrifici fatti per vincere un concorso e meritare un’assunzione, solo e soltanto, per compiacere un uomo che, in realtà, non le ama, perché non si sforza di capire quali siano le loro esigenze, ma è pronto soltanto a dettare le sue regole, nella sua casa, nella sua relazione.

Sì, perché in un amore così, donne, che ci siate voi o un’altra cambia poco. Un uomo così ha bisogno di trovare in voi una seconda mamma, una geisha, una badante che lo accudisca, gli faccia trovare un piatto caldo quando torna da lavoro, sforni un paio di bimbi e sia possibilmente bella e senza tanta testa, giusto per esibirla alle cene con i colleghi e non avere tante grane.

Perché accontentarsi di un amore vuoto, di plastica, quando si potrebbe esser felici? Perché scendere negli inferi di un amore malato che rende, giorno dopo giorno, schiave, sottomesse e incapaci di discernere l’amore dal possesso, quando si può amare liberamente e incondizionatamente? Perché ritrovarsi col sorriso spento, gli occhi gonfi per le troppe lacrime e i sogni chiusi per sempre in un cassetto?

Quando ci si ama veramente le cose non funzionano così.

La felicità potrà esserci soltanto quando esisterà un “noi” fatto di rispetto e amore incondizionato. Soltanto quando un uomo avrà imparato a rispettare le aspirazioni di una donna e a voler il meglio per lei, sostenendola anche a costo di dover lottare con le proprie paure, imparerà ad amarla. Imparerà a conoscere il suo corpo, il suo cuore, i suoi desideri, le sue idee e la sua libertà.

Coloro che si amano e scelgono di condividere il cammino della vita, lo fanno mano nella mano, sostenendosi nella buona e nella cattiva sorte, nella malattia e nelle avversità, nel lavoro e nella quotidianità, nelle gioie e nei progetti che si condividono. Chi si ama non giustifica l’altro quando sbaglia, ma gli fa notare dove sbaglia e in cosa possa migliorarsi. Chi ama non possiede l’altro, ma condivide col mondo la sua libertà, la sua gioia di vivere e i suoi sorrisi. Non permetterebbe mai a nessuno di spegnere le sue aspettative e, meno che mai, sarebbe lui a tarpargli le ali.

Un vero uomo non ha paura che la sua donna esca con le amiche per un aperitivo o che lavori, perché dovrebbe sapere che anche lei ha delle aspirazioni e ha diritto a realizzarsi come lavoratrice, professionista, studiosa, donna, oltre che moglie e madre.

Le donne non sono trofei da esibire o bambole da far girare a proprio piacimento. Non sono crocerossine sempre pronte a salvare gli uomini dai loro mille dubbi, dalla Sindrome di Peter Pan, da una rabbia che non si riesce a incanalare o dai traumi infantili. Per quelli esiste la forza di volontà, quella forza che ciascun uomo deve trovare in se stesso per cambiare, se e quando, sarà lui a volerlo per primo. Mai nessun uomo è cambiato per amore. Si cambia quando si decide di cambiare e perché ci si sforza di farlo, senza più scuse, senza più lacrime di coccodrillo, senza incorrere nuovamente negli stessi stupidi errori. La gelosia morbosa, il possesso dell’altro, il proibizionismo e l’assenza di libertà uccidono i sentimenti. Si diventa schiavi di un amore malato, che non conosce bellezza e purezza, non crede nell’altro e nelle sue capacità, non rispetta e non Ama, possiede soltanto qualcosa che prima o poi distruggerà o volerà via.

Se, però, non siamo prima noi donne a rispettarci e a pretendere una felicità senza se e ma, senza strattoni e pianti continui, saremo anche noi responsabili di ciò che ci accade. Nella vita possiamo sempre scegliere di cambiare una realtà ingiusta, confidandoci con le amiche e chiedendo aiuto. Non si è mai davvero soli, finché non si sceglie di esserlo, di isolarsi e immolarsi.

Non siate vittime delle vostre paure. Fare la crocerossina non ripaga.