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Donne di Marrakech

Donne di Marrakech

Serve un altro giornale che parli di donne? Detto così, la risposta non può che essere negativa. Di testate, blog, ecc. ce ne sono già tanti. Penso che serva, invece, un contenitore, sia esso blog o giornale oppure altro, che rappresenti la donna nelle sue peculiarità e differenze dall’uomo, ma non in modo antagonista o femminista: paritario. Semplicemente, banalmente, paritario.

Di una parità culturale che va cercata con forza e determinazione da entrambi i sessi. Non è cosa semplice questa ricerca; non solamente per colpa degli stereotipi insiti, sia nel maschio che nella femmina, ma per un bisogno atavico d’identificazione in un modo di ragionare, di congetturare di parte: maschile e femminile, dove la contrapposizione è quasi d’obbligo. E non è così; non deve essere così, a mio avviso. Il pensiero non ha sesso.

Le emotività, meglio le sensibilità femminili, come le insensibilità o superficialità maschili sono sfumature che possono arricchire o meno il ragionamento, il pensiero, che comunque deve essere armonico tra i sessi. Parità, insomma, tra uomo e donna nella salvaguardia rigorosa ed assoluta delle specificità.

Il giornale si avvarrà della collaborazione di tutti quelli che vorranno offrirla, donne e uomini, ma il taglio degli interventi, gli occhiali con cui leggere la vita, il mondo, non potrà non essere quello dell’ uguaglianza, ripeto culturale.

Perché un titolo così di parte, allora?

Di titoli se ne potevano scegliere tanti. Si è preferito il “Corriere delle donne”, nella sua semplicità ed immediatezza, perché chi scrive è convinto che la guerra culturale sulla parità è ancora tutta da combattere e le donne hanno più strumenti e convinzione per portarla avanti. Non solo per una questione di emancipazione, di riscatto, di giustizia sociale, ma soprattutto per il bene dell’umanità tutta. Sarà un concetto idealistico, ma finché non si riuscirà a costruire uno “spirito” concorde tra uomo e donna l’umanità avrà gravi problemi.

Elia Fiorillo