non c'è libertà senza passione!

E allora, prof, perché Ho menato me…?
Perché è necessario picchiare se stessi, il proprio Ego, per abbattere il muro che ci divide dall’altro, poiché noi siamo l’altro…

…scevri da giudizi, con la consapevolezza tanto delle proprie potenzialità quanto degli inevitabili limiti, per entrare, finalmente, in una comunicazione profonda, laddove l’anima di un’insegnante appassionata incontra quella in volo di un giovane che si affaccia alla vita.

Ho menato me e ho fatto bene. Il libro delle lettere: memorie e riflessioni di un’insegnante non pentita. La prima presentazioni del libro di Vincenza Barbagallo, edito Bonfirraro si terrà a Roma il 10 marzo alle 17.30 alla libreria Arion Montecitorio in Piazza di Monte Citorio, 59.

* Vincenza Barbagallo, nota pittrice romana ed ex docente di Storia dell’Arte, che ha orientato e speso la sua vita seguendo e armonizzando le sue due grandi passioni l’arte e Ho menato me e ho fatto bene Vincenza Barbagallola psicologia, presenterà il suo testo dall’originale approccio educativo “della prof che dipinge”. La presentazione  a Roma, dove ad affiancarla ci saranno l’editore Salvo Bonfirraro e Maria Teresa Vacca, esperta di dinamiche educative. Modera i lavori la giornalista Fabiola Cinque, che presta la sua opera di esperta in Comunicazione presso diverse realtà universitarie italiane, pubbliche e private, come Humanitas, Lumsa, e Ied.

Con una penna coloratissima ed empatica, l’autrice riesce a narrare un immenso magazzino di sentimenti, ritratti con la pazienza e l’amore di un’insegnante, adesso in pensione, che si lascia andare poeticamente ai ricordi, come un’infinita tavolozza di colori. È questa l’essenza del libro, dalla prosa sperimentale e innovativa, che vuole proporre un nuovo metodo educativo attraverso il potere immaginifico del patrimonio storico- artistico italiano.

La Barbagallo mira a dipingere il ritratto di una generazione di ragazzi che si confrontano con la vita, che affrontano di essa opportunità e problematiche, soffrendo e gioendo in quel turbinio di alterne emozioni che l’adolescenza implica. Sin dalle prime pagine si sfogliano vecchi cassetti mai dimenticati, custodi di piccoli tesori preziosi, lettere e bigliettini, stralci di diari, richieste accorate di aiuto, manifestazioni di gratitudine, disegni dedicati; pensieri e sogni di ragazzi tracciati sulla carta per lasciare ognuno un segno.

Una narrazione che prosegue per episodi e reca in sé tutto il palpito di un’intera generazione in cui tutti possono rispecchiarsi. Emergono così le difficoltà del rapporto tra genitori e figli, tra allievi e insegnanti, i problemi di autostima, quelli legati alla sessualità, agli eterni interrogativi dell’esistere, alla possibilità del cambiamento. Si affronta il drammatico incontro con la droga, lo sgomento con cui l’adolescente entra in contatto con la morte, le problematiche insite al convivere con un handicap, crudele ostacolo, ma anche prezioso sprone.
Perché questo particolarissimo testo?

«Il libro racchiude il dono prezioso, unico, impagabile che ho ricevuto nel corso della mia storia di insegnante – continua ancora – Sono le lettere che scrivono e parlano, testimoni di momenti di condivisione. Questo libro è un dono a tutti i giovani, a coloro che hanno espresso i loro sentimenti più intimi, profondi e a tutti coloro che nel silenzio mi hanno parlato con uno sguardo, con un rifiuto, con una protesta a volte velata, a volte aggressiva. Queste riflessioni sono per tutti gli adolescenti che mi hanno comunicato un disagio o un disappunto. È uno scorrere di pensieri su pensieri, momenti particolari, che ricordano quei giorni di scuola, al di là degli orari, dei voti, dei programmi da portare a termine entro date prestabilite».

*Vincenza Barbagallo è pittrice sempre alla ricerca di nuove tecniche e sperimentazioni, espressioni tangibili, di volta in volta, del proprio cammino interiore, ha insegnato nelle scuole superiori Disegno e Storia dell’Arte. Laureatasi in Psicologia, ha abbracciato gli studi della Psicosintesi, psicologia umanistica del dott. Roberto Assagioli, allievo di Jung. Ha collaborato con l’Istituto di Psicosintesi, negli anni dal 1985 al 1988, in attività a sfondo psicoeducativo e in attività di ricerca.
Il connubio di queste due anime l’ha riversato nella scuola, fondendo la professionalità d’insegnante con l’attenzione al cammino evolutivo dei suoi ragazzi; ha ricoperto l’incarico di Docente Referente per la prevenzione delle tossicodipendenze e dei disagi giovanili. Entrando in contatto empatico con gli studenti, ne ha stimolato la creatività e ancor più la valorizzazione e l’espressione delle qualità di tutti e di ciascuno.