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Ph Napoli Oggi

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Amare è un diritto di tutti. Così si legge sul cartellone firmato da Amnesty International, una delle tante organizzazioni umanitarie che ha partecipato al Napoli Campania Gay Pride 2013, che si è caratterizzato quest’anno, soprattutto, come festa dei diritti civili. La partecipazione è stata notevole: tra musiche e carri, tantissime persone d’ogni età, professione ed estrazione sociale. Festosi e colorati, non solo gay, lesbiche, transessuali, ma anche famiglie con bambini, molte associazioni per i diritti umani, l’associazione “Famiglie arcobaleno” e tanti immigrati. L’obiettivo dell’evento è stato, infatti, sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo al riconoscimento dei diritti civili per tutti, in nome di quell’eguaglianza che fonda la nostra carta costituzionale e che va difesa per abbattere l’omofobia, la violenza gratuita, le convenzioni sociali e i pregiudizi.

Alla testa di un corteo allegro e colorato, dalla partenza a Piazza Cavour fino all’arrivo in via Partenope, il sindaco Luigi de Magistris e i suoi assessori (Sodano, Coccia e Tommasielli), ai quali si è unita Isa Danieli, madrina di quest’edizione 2013 del Pride. L’attrice ha spiegato di essere stata scelta «per rappresentare i diritti civili delle persone. Molto spesso dimentichiamo che siamo tutti uguali ed è giusto combattere per l’equità». Antonello Sannino di Arcigay ha definito la Danieli «un’artista d’eccezione e una donna all’avanguardia, che già negli anni Settanta portò la questione di genere a teatro con “La gatta cenerentola”. Il Comitato l’ha scelta perché ha voluto dare una connotazione fortemente culturale al Pride».

Un applauso caloroso ha salutato le parole della Danieli, che si è detta contenta «di condividere questo abbraccio colorato e allegro, persone tra persone, sorrisi tra sorrisi, che non vogliono più nascondersi tra le sbarre d’un amore rubato e clandestino. Un progetto d’amore, un’alleanza tra due persone, anche dello stesso sesso, devono essere sanciti e protetti da diritti di cittadinanza, se un Paese civile si ritiene tale». Ha poi ricordato come «qualcuno in questi giorni si imbelletta in pubblico per difendere un puttaniere accusando gli altri di bigottismo, ma quando si è trattato di mettere mano a una qualsiasi legge di tutela per le coppie omosessuali hanno fatto pesare tutta la loro grettezza, bigotta e reazionaria. “Una risata vi seppellirà”, si diceva un tempo. Non è bastato e vogliono trasformare quel sorriso in smorfia di rabbia e di dolore», ma lei si dice sicura che non ci riusciranno e «quella risata si alzerà forte, irriverente e fragorosa».

La Danieli ha ricordato anche «le parole sorprendenti del meno bigotto tra gli uomini di Dio, Giordano Bruno, che ammoniva: “dai nostri pensieri allontaniamo lo scorpione della frode, l’aquila dell’arroganza, il pesce dell’indegno silenzio, il leone della tirannia; allontaniamo dagli uomini questa notte di orrore”». L’augurio dell’attrice è quello di vedere un giorno il trionfo della festa dell’amore di tutti per tutti, senza differenze e discriminazioni, uniti soltanto dall’affetto, liberi di volersi bene alla luce del sole, lontani dalle tenebre del bigottismo. Non c’è, infatti, vergogna per chi ama. A vergognarsi dovrebbero essere solo coloro che ancora oggi contrappongono la “normalità” di un amore eterosessuale alla “malattia” di un amore omosessuale. Ma amare non è mai è una malattia: è un dono che si fa a se stessi e agli altri.

De Magistris ha espresso grande soddisfazione per la riuscita dell’evento partenopeo. «Napoli – ha detto – è una città in prima linea sui diritti civili e lo siamo, in particolare, nel pretendere dal Parlamento di uscire dall’oscurantismo per diventare finalmente un paese laico che unisca le persone con l’unico vincolo che deve conoscere l’umanità: l’amore. Vogliamo una legge contro l’omofobia, per le adozioni e i matrimoni gay». L’Italia sarà un Paese davvero democratico e civile, solo quando legifererà riconoscendo a tutti gli stessi diritti civili.

Amare è un diritto umano inalienabile, una libera scelta e non un privilegio di pochi.

 

di Giuseppina Amalia Spampanato