non c'è libertà senza passione!

Finalmente arrivo in Sabina a Magliano Sabina, terra di incontri, di lotte contadine, crocevia di popoli e transumanze.

Dal 10 maggio fino al 24 maggio 2015 tra le vie del centro storico del paese si articola un percorso espositivo fotografico ‘Le tante facce del colore, mostre diffuse nel centro storico di Magliano Sabina 2015’.
Ci incontriamo io e Teresa Mancini che insieme a Riccardo Cattani è l’organizzatrice dell’evento, sullo sfondo di un panorama mozzafiato, tra chiese e antiche facciate nobiliari che ci raccontano tanta storia e che mi fanno pensare ancora una volta all’assurdità del nostro Paese Italia che vive in miseria dentro tanta ricchezza… E’ proprio vero ‘ chi c’ha il pane , non c’ha i denti’!

Ed è proprio il territorio, la luce e i suoi colori, il suo abbandono e la resurrezione attraverso la memoria il tema centrale di questo percorso che si riappropria di spazi vuoti, lasciati lì abbandonati a dimostrazione che il terremoto economico svuota le persone e i loro vissuti.
Siamo un gruppo di nuovi amici dal comune sentire ed è facile confrontarci tra bande musicali, tarallucci, fiori all’uncinetto e artigianato vario che ci accompagnano per i vicoli, lungo il percorso tracciato dalle 12 locations espositive alla ricerca della memoria.

La memoria! Avrei dovuto parlare di tutti i 15 artisti presenti alla rassegna, ma un pensiero urgente si fa strada nella mia mente e la mia memoria va ad una donna a cui pochi giorni fa in Turchia, solo perché esibiva il suo talento, hanno sparato in testa.
Si, proprio in testa!
Perché in realtà è la testa delle donne che fa paura, i loro occhi che vedono e la loro memoria che non dimentica mai perché custode di vita e quindi di rinascita.

Ph Marzia Corteggiano, Rain,  Le Tante Facce del Colore - L'uomo e il territorio, I colori e l'ambiente, Mostre Fotografiche Diffuse, Magliano Sabina

Ph Marzia Corteggiani, Rain, Le Tante Facce del Colore – L’uomo e il territorio, I colori e l’ambiente, Mostre Fotografiche Diffuse, Magliano Sabina

Ed allora voglio parlare delle tre donne presenti alla rassegna: Marzia Corteggiani, Teresa Mancini e Sabrina Polimeni, in omaggio alla testa delle donne che attraverso gli occhi o meglio il terzo occhio, l’obiettivo, ci conducono per mano in campi visivi creativi, emozionali, fatti di sguardi, di luci , di colori e di abbandoni.
Ed è un viaggio della memoria che porta al recupero degli ambienti, in cui le istallazioni fanno rivivere i gesti, le parole, la vita che in quelle architetture si è svolta.
La Pioggia, lo Sguardo e la Memoria, tre temi per tre donne, ci conducono nei luoghi riaperti che ancora sanno di chiuso e di nostalgia.
Rain è la prima tappa, ed eccola Marzia Corteggiani, un fiume di pensieri e di parole, artista a tutto tondo dell’indagine del doppio, dell’unione dei contrari, del sole e della pioggia che qui si manifesta con la magia della luce di un doppio arcobaleno e che tramite l’occhio che può vedere ferma l’attimo di creazione alchemica, visualizzando la rubedo ecatturando nell’immagine riflessa il momento della trasmutazione della materia , quando l’acqua diventa oro colpita dai raggi infuocati del sole.

Le variazioni cromatiche dettate dalla luce, inondano come lustri metallici la scena e le ombre che si stagliano tremolanti , ma essenziali, al suolo nello specchio d’acqua piovana, stanno lì a ricordarci che l’uomo c’è sempre anche quando avviene il miracolo della natura che è tenuto a custodire e preservare. E forse non è un caso che il luogo prescelto in cui avviene la magia è anch’esso memoria di un doppio.
Qui la vita e la morte si sono incrociate nel tempo della memoria maglianese, riassumendo la storia dell’ esistenza dell’uomo.

Usciamo, il cammino continua con lo Sguardo metafisico dentro il paese di Teresa Mancini che cattura l’immagine onirica di antichi velieri riflessi in una vetrina come specchio della memoria, messaggeri di un passato che non ritorna, quando c’era il Porto Fluviale a Magliano Sabina e le imbarcazione scivolavano maestose sull’acqua.
Visioni schermate quelle di Teresa, come la sedia Ombra dell’Assenza che aspetta il ritorno.
La distanza dell’uomo contemporaneo con la storia che più non sa ricongiungere la civiltà con la cultura , ce lo ricorda lo sguardo di questa donna sui reticoli di inciviltà tessuti sui

Ph Teresa Mancini, Così come lo Sguardo,  Le Tante Facce del Colore - L'uomo e il territorio, I colori e l'ambiente, Mostre Fotografiche Diffuse, Magliano Sabina

Ph Teresa Mancini, Così come lo Sguardo, Le Tante Facce del Colore – L’uomo e il territorio, I colori e l’ambiente, Mostre Fotografiche Diffuse, Magliano Sabina

muri, come ragnatele che si ancorano parassite sulla materia viva , porosa e sfaldata delle facciate che restano però immutate nella loro funzione materna e protettiva di una bellissima Madonna con Bambino di memoria robbiesca.
Ci fa riflettere Teresa Mancini sulla perdita della memoria che crea uomini senza cultura, senza rispetto del passato che non ci rende persone migliori.
Rimane, tra gli sguardi , la speranza di uno spicchio di cielo turchese, quasi assorbito da piani inclinati e linee oblique tra due piccoli occhi di finestre buie, distanti dal colore , dalla luce e dalla natura, ma che ci ricordano che il mondo vero è fuori, esiste e merita lo sguardo della meraviglia.

E sognanti procediamo in questo percorso emozionale , approdando attraverso questo viaggio nella Memoria e nello spazio dell’abbandono di Sabrina Polimeni.
Ci fermiamo sulle rive del Lago del Salto dove una luce surreale ci rimanda visioni di oggetti

Ph Sabrina Polimeni, Memorie. Le Tante Facce del Colore - L'uomo e il territorio, I colori e l'ambiente, Mostre Fotografiche Diffuse, Magliano Sabina

Ph Sabrina Polimeni, Memorie. Le Tante Facce del Colore – L’uomo e il territorio, I colori e l’ambiente, Mostre Fotografiche Diffuse, Magliano Sabina

dimenticati e consumati dal tempo che stanno lì, solitari testimoni del dolore che si prova ad essere abbandonati, ed è come la riva di un ricordo che interrompe il mondo coinvolgendoci in uno spazio atemporale.
Il divario incolmabile tra civiltà e cultura ci arriva da uno scatto fatto ai cartelli stradali dove il più piccolo dei cartelli è appoggiato a terra, abbandonato , non più visibile come percorso, indicatore di un luogo dello spirito e della storia.
Estrapolato dalla sua collocazione, solo, tra indicatori di percorsi veloci e anonimi, ci ricorda che esistono ancora spazi e luoghi per rallentare, per fermare lo sguardo e accarezzare le pietre, percorsi che ancora possono ricongiungere il corpo e l’anima come è avvenuto questo pomeriggio tra i vicoli rivissuti di Magliano Sabina attraverso gli occhi e la testa delle donne.

di Giulia D’Ignazio