non c'è libertà senza passione!

Quel libro “usato” comprato su una bancarella non valeva più di un euro. L’avevo pagato tre volte tanto solo perché mi ero presentato ingenuamente al furbo bancarellaro con la pubblicazione già scelta  in mano e con il compiacimento sul volto per aver trovato un pezzo interessante.

A uno a cui sarebbe piaciuto fare il “vaticanista” portare a casa un libro di Giancarlo Zizola, “Quale Papa?”, datato ottobre 1977, era proprio un colpo di fortuna. Dieci mesi dopo la pubblicazione del testo muore a Castel Gandolfo Papa Paolo VI,  nato Giovanni Battista Enrico Antonio Maria Montini. E Zizola nel suo libro, tra l’altro,  parla di conclave, di quello in cui fu eletto Giovanni XXXIII e nel quale  Montini sorprendentemente prese due voti. Non era ancora cardinale allora.  Pio XII e la curia romana, ritenendolo progressista, lo avevano spedito  a Milano  nel 1954 come arcivescovo. Puntavano sulla sua malferma salute e “sulla sua inesperienza pastorale per poter sperare di essersene liberati per sempre”. Ma c’è di più. “Pio XII aveva evitato d’indire nuovi concistori, dal 1954 fino alla morte, per non dover attribuire la porpora all’arcivescovo di Milano”. Le preoccupazioni della curia romana sul “modernismo” di Montini erano fondate. Da papa con il suo  “motu proprio” del 6 agosto del 1966, mandò in pensione i vescovi al compimento del settantacinquesimo anno d’età ed estromise  i cardinali a ottant’anni dai conclavi. Una vera rivoluzione che agevolerà in seguito l’elezione di Woytila, Ratzinger, Bergoglio a vescovi di Roma.

Giancarlo Zizola aveva cominciato la sua carriera di giornalista e scrittore con le cronache del Concilio Vaticano II. Nella sua lunga carriera collaborò con numerose testate tra cui  Avvenire, Il Giorno, Panorama, Il Sole 24 Ore e La Repubblica. E’ stato l’autore di diversi libri sulla storia della Chiesa, sul Concilio Vaticano II ed in particolare sulle figure dei papi del XX secolo.

Sfoglio il libro a caso e noto diverse sottolineature. Mi soffermo a leggere i capitoli che ritengo più interessanti: “Come si fanno i papi”, “I conclavi del XX secolo”. Nel cercare una pagina per riprendere la lettura trovo una dedica. E’ un po’ sbiadita. Non è la solita frase che accompagna il regalo che si fa all’amico, al familiare, alla fidanzata. No, è l’autore che dona il suo libro fresco di stampa a Tullia Zevi e le scrive: “Nelle stesse indignazioni, e nelle comuni speranze, Roma, 21.XII.1977”. Il nome di Tullia Calabi Zevi è legata all’ebraismo italiano. Tanti gli  importanti incarichi che ricoprì. Tra questi, unica donna ad essere nominata alla presidenza dell’Unione delle comunità ebraiche italiane nel 1983. Grande figura dell’ebraismo italiano che si spese molto per costruire rapporti di “fratellanza” con il mondo cattolico. Sarà stata lei, Tullia Zevi, a fare quelle sottolineature a penna blue che si trovano dalle prime pagine fino alle ultime del libro di Zizola? Io credo di sì. “Si sta formando nella vita reale un nuovo stile di vita cristiano”, sottolineatura a pag. 8. E, ancora, “…l’altra linea portante del progetto è l’esercizio collegiale dell’ufficio papale”, pag. 30. “La  Chiesa dell’avvenire  sarà, in molti campi, più onesta e più modesta….”, pag. 304, parole del cardinale Franz Koening pronunciate al  “Circolo di Roma” il 12 dicembre 1974.  Tutte espressioni che lasciano intravedere un cambiamento radicale, anche nel rapporto con l’ebraismo, della Chiesa cattolica. Ma al di là del suo importante ruolo nella comunità ebraica, Tullia Zevi è stata l’artefice di un netto mutamento della politica italiana degli anni sessanta. A casa sua, nel 1962, si svolsero svariati incontri tra Pietro Nenni, Giuseppe Saragat ed Arthur Schlesinger Jr., segretario particolare del presidente americano John Fitzgerald Kennedy ed amico di vecchia data della Zevi. La sua mediazione portò gli Stati Uniti ad accettare l’ingresso del Partito Socialista Italiano al governo. Nel 1963 Aldo Moro formò il primo governo di centro-sinistra con la partecipazione del Partito Socialista Italiano il cui segretario Pietro Nenni fu nominato vicepresidente. Nasceva così il “centro-sinistra organico” formato da DC, PSI, PSDI e PRI.

Quel libro “usato” mi ha fatto meditare su diverse tematiche tra cui: la storia spesso la fanno “i santi minori”, quelli che poi vengono dimenticati con il passar del tempo. Mi è andata bene, il libro l’ho pagato solo tre euro ma… ne valeva proprio un mucchio di più. Se l’avesse capito il bancarellaro furbastro…

di Elia Fiorillo